Iniziare in compagnia di un Tutor

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Il Volontariato richiede dedizione ed impegno: ci si accorge presto che non si tratta di un passatempo, non è uno svago. Soprattutto, quando decidiamo di voler essere d’aiuto al Prossimo dobbiamo tenere in conto che molta parte del tempo che metteremo a disposizione sarà dedicato ad una seria formazione, perché un aiuto efficace non è mai improvvisato. Attraverso la formazione si valorizza l’attitudine e si consolidano le competenze.

Ecco perché, in linea con gli obiettivi del Movimento, promuoviamo la formazione continua, trasversale ed inclusiva, offrendo a tutti la possibilità di acquisire gli strumenti utili per portare aiuto ovunque, per chiunque.

Ma non ragioniamo solo in termini di fruitori: alla necessità di formarsi corrisponde la responsabilità di formare, trasferire le conoscenze, mettere a disposizione la propria esperienza, organizzare, programmare, coordinare. Ed includere.
Facilitare l’inserimento fin dal Corso di base per diventare Volontari è uno dei compiti fondamentali dei Tutor che affiancano gli aspiranti per tutto il mese di preparazione e nei tre mesi successivi del tirocinio, proprio come accade in questi giorni in cui si sta svolgendo nel nostro Comitato il primo Corso di accesso del 2023. I Tutor supportano, informano, si rapportano ai docenti ed al direttore di Corso, promuovono lo spirito di gruppo, ognuno secondo la propria personalità. Ci si mette in gioco anche così: curando una squadra fin da subito, per affrontare le sfide dell’Umanità.

Ho svolto il ruolo di Tutor per il primo corso d’accesso del 2022, ruolo che ho cercato di ricoprire con passione e dedizione per tutta la durata del corso e dei tirocini…e in verità anche dopo.

Di fondamentale aiuto per me è stata l’esperienza maturata in CRI in questi 11 anni d’appartenenza, pertanto ho cercato, oltre che di informare, anche di aiutare i nuovi Volontari a diventare orgogliosi di appartenere al nostro corpo.

Sono soddisfatta perché tutti i “miei” nuovi Volontari, oltre ad essere assai rispettosi, hanno saputo cogliere in pieno tutti i suggerimenti che ho dato loro, e ancora oggi mi ringraziano per essere stata un buon tutor.

Un caro saluto.
Enza

Sono molto grata a tutti “i miei ragazzi”.


Volontari di Croce Rossa e, a tal proposito, vorrei specificare che li chiamo così e non altro perché ho frammenti di emozioni che ognuno di loro può aver vissuto, o desidera vivere in Croce Rossa, condivisi con me.

Spesso mi capita ancora di leggere tra le righe dei momenti vissuti dalla mia persona su determinati racconti e, vorrei far presente che tutto ciò che raccontano sono emozioni che vivo dentro e fuori di me.

Durante la mia esperienza come Tutor in Croce Rossa mi sono capitati molti casi di adolescenti e adulti “difficili” che presentavano problematiche di vario genere e che dovevo cercare di integrare al meglio nel contesto di volontariato intervenendo sia nel rapporto con i loro “pari” sia nel rapporto con me!

E da qui comprendere il termine empatia, che è difficile perché racchiude tutte le nostre emozioni, non soltanto positive e negative, ma perché si entra in simbiosi con un altro essere umano e si percepisce lo stato d’animo fino a sentirlo proprio e viverlo quasi in egual misura.  

Alcuni dei miei atteggiamenti nascono così…riesco a vivere quelle emozioni come se fossero mie e le materializzo in supporto.

In seguito al percorso formativo di “Tutor” ho avuto modo di avvicinare approcci e teorie diverse.

Mi ha facilitato il riconoscimento di competenze, attitudini, abilità personali riconducibili al ruolo di tutor che sono state agite nel contesto Croce Rossa e soprattutto che si sono dimostrate vincenti, poiché hanno portato risultati positivi dimostrabili. Inoltre, attraverso questa esperienza, sono riuscita a evidenziare delle strategie e delle abilità che hanno coinvolto i Volontari sotto l’aspetto motivazionale, inducendoli a cambiare approccio verso il prossimo, passando da un atteggiamento di diffidenza ed ostilità, ad un atteggiamento di collaborazione e propositività.

Ho sempre rassicurato i Volontari che sarei sempre stata disponibile per un supporto, qualora lo avessero ritenuto necessario, ma che ero certa che sarebbero stati all’altezza del compito e che avrebbero fatto del loro meglio!

È così è stato

Ho raccolto feed-back dagli altri Volontari per creare un mio diario informativo da utilizzare nella definizione dei vari incontri da attuare con “i miei ragazzi”.

Ho ottenuto così spunti dai Volontari che mi hanno permesso di evidenziare dei punti di debolezza: diffidenza, noia, ostinazione, sfida, e a volte disinteresse e dei punti di forza: sensibilità, attenzione, iniziativa, capacità organizzative, capacità di risolvere problemi insorti nei vari corsi, confrontandoci molto e soprattutto anche tramite la piattaforma meet che hanno accolto con intraprendenza, buone capacità comunicative, sia in forma scritta che verbale, capacità di analisi, conoscenze e capacità di ascolto tra loro.

Questa formazione mi ha permesso di riconoscere un’esperienza vissuta realmente in ambito di Croce Rossa che contiene notevoli aspetti significativi, tipici di un intervento di orientamento, conclusosi con successo, ma anche con vari dubbi che ancora devo ben sviluppare ,come i tirocini e i vari corsi fatti perché essendo la prima volta da tutor non mi sento ancora di dire questo è giusto o questo è sbagliato 

Ed è per questo che in conclusione, al termine di questa esperienza, in cui più voci si sono intrecciate in armonia, ciò che mi rimane è la speranza di un riscontro a lungo termine, l’augurio che, partendo anche dal lavoro con più Volontari possa trasformarsi ancora più positivamente, ricordando che i Volontari vanno seguiti anche dopo la fine del loro percorso iniziale in quanto si sentono persi e quasi spaventati nel chiedere, perché le aree sono tante e ogni referente ha un suo modo di approcciarsi che a volte può risultare per i Volontari difficile da spiegare. È importantissimo far sentire i Volontari a proprio agio.

Sono stata tutor per ben 2 volte. Voglio ringraziarvi per avermi dato fiducia. Sono state due esperienze diverse. La prima, il corso era per la prima volta online, esperienza nuova per tutti. Diciamo rodaggio per poi migliorare. Difficile interagire, con i discenti, soltanto online. Ho trovato persone molto carine, disponibili e motivate. Ricordo la prima volta che si sono potuti incontrare, erano molto emozionati e contenti. La seconda esperienze da tutor molto più vissuta. Sin dalle prime lezione c’ è stata la possibilità di conoscersi. Devo dire un bel gruppo che poi abbiamo allargato anche ad altri ragazzi delle altre tutor. Sono dell’ opinione che l’ accoglienza per i nuovi sia determinante. Farli sentire a ” casa” anche soltanto con un sorriso e un buongiorno e benvenuti, sia dovere. Il tutoraggio al livello tecnico è interessante, è vero che bisogna avere un pó di esperienza in CRI, per dare info corrette.
Grazie,
Stefania

Provo a mettete giù  alcune  considerazioni sul ruolo di tutor.

Quando mi è stato proposto di fare da tutor la prima volta, mi sono posta la domanda se ne sarei stata capace, oltre a considerare il tempo che avrei dovuto dedicare; tempo che avrei tolto probabilmente alla famiglia, non volendo tralasciare, tra l’altro, i miei servizi.

Alla fine, ho accettato pensando che forse, la mia lunga esperienza di CRI, poteva essere d’aiuto a chi cominciava a muovere i primi passi. 

Fare da tutor, richiede sicuramente impegno ma anche pazienza. Durante il corso (e non solo) gli aspiranti Volontari, ti travolgono con i loro dubbi, insicurezze, domande. Ognuno di loro, è spinto da motivazioni diverse e obiettivi diversi; c’è chi si fa prendere dallo sconforto, specialmente durante i tre mesi di tirocinio, chi ha fretta di mettersi in gioco, e vorrebbe subito essere operativo.
È importante sostenerli, così come saperli frenare, senza smorzare il loro entusiasmo.
Fatta tutta questa lunga premessa, posso dire che fare il tutor,  è  una bellissima esperienza, e una crescita personale.

Marina

Quella del tutor è una figura saCRIsanta.
Chi conosce il mondo di Croce Rossa, soprattutto da Volontario attempato o meno, sa che è vasto, complesso e con mille sfaccettature. Sa che ci sono Aree Operative, attività di ogni genere e procedure da seguire ben precise, in costante aggiornamento.
Ma chi si accinge a scoprire da dentro questo microcosmo – come mi piace definirlo – può sentirsi smarrito, disorientato, perso.

Il nostro Comitato si appresta ad accogliere 41 nuovi volontari attraverso un nuovo corso d’accesso. 41 donne e uomini spinti dalla motivazione di voler donare il proprio tempo per “fare la differenza” ed entrare a far parte di un Movimento Internazionale presente in 192 paesi.

I “fortunati 41” affronteranno un periodo di lezioni e tirocini in cui riceveranno una formazione specifica per ogni Area Operativa: Salute, Sociale, Emergenza, Principi e Valori, Giovani e Sviluppo. Dopo un periodo di esperienza sul campo, potranno scegliere l’Area a loro più congeniale e poi approfondire le proprie competenze attraverso corsi di formazione mirati. Sarà un periodo intenso, in cui i corsisti si addentreranno in ogni singola Area, conoscendo il Delegato ed i Referenti di ogni servizio, nonché le varie opportunità ad essi legate.
Ma all’inizio, e nonostante la formazione, questi 41 nuovi Volontari hanno una limitata conoscenza – chi più, chi meno – delle molteplici attività che si svolgono in ogni Comitato, nonché delle procedure da seguire per poter partecipare ad un servizio o ad un corso.
“Come funziona?”, “che devo fare per…?” sono le domande più frequenti che molti dei Volontari più “attempati” si sentono rivolgere. Ed ecco che entra in gioco la figura del tutor. In pratica, un faro in mezzo al mare. Una guida, un supporto. Un membro del Comitato, con più esperienza, viene assegnato ad un gruppo di 10 nuovi volontari, e li accompagnerà lungo il loro percorso di formazione, dall’inizio a gennaio alla consegna degli attestati a maggio.

Il tutor, una figura complessa. A mio avviso, molto più di una guida. Quasi un mentore. Il primo impatto con un nuovo ambiente. Come diceva Oscar Wilde, “non c’è una seconda occasione per fare una buona (prima) impressione.” Se il tutor la fa, allora la strada da percorrere è più dolce, il percorso di gran lunga più agevole. È la faccia di Croce Rossa per chi di Croce Rossa non sa nulla.

Sono stata tutor quando la pandemia era quasi sotto controllo. Molti degli incontri si svolgevano online e vedersi – con la mascherina – era un privilegio. La maggioranza dei dieci volontari che ho seguito si sono integrati nel Comitato, alcuni super entusiasti, altri un po’ meno. Ma la relazione è rimasta nel tempo, e continua.
Il tutor, così come il docente, sarà sempre una figura di riferimento, soprattutto se possiede quelle doti che ogni tutor dovrebbe avere: empatia, autorevolezza, comprensione, conoscenza, ascolto attivo (l’elenco è lungo). Non si pone come un tuttologo che presume di sapere più degli altri. Al contrario, come un pari – alla fine, siamo tutti Volontari – che, conoscendo meglio la vita di Comitato, può aiutare i corsisti nel loro percorso di formazione, e sostenerli nei momenti più difficili.
Auguro ai nuovi Volontari che la scoperta di Croce Rossa sia per loro motivo di grande scoperta interiore. E che ognuno dei tutor che verrà loro assegnato possa essere di sostegno un po’ anche per questo.

Alessandra