Per comprendere la disabilità occorre mettersi in ascolto delle tante voci che la vivono in prima persona.

Per capire, ma anche per aiutare meglio, in un ideale arcipelago della solidarietà, le tante isole piene di coraggio che ogni giorno combattono in equilibrio tra pregiudizi e limiti.

A quattro “isole coraggiose”, e soprattutto ai ponti che hanno saputo costruire, è stato dedicato l’omonimo evento, promosso dal Comitato 8-11-12 di Croce Rossa, che si è svolto sabato 15 aprile presso la Sala Solferino di via B. Ramazzini, in occasione della presentazione del libro autobiografico, “il canto del gallo”, della volontaria Anna Rita Tombari, che ha voluto devolvere al Comitato i proventi della vendita del volume.

Insieme a lei, Alessandro Longhi, volontario di CRI e membro dell’Associazione Europea delle Leucodistrofie (ELA), Giuseppe Andreana, vicepresidente del Comitato Regionale Lazio – Comitato Italiano Paralimpico, e Rufo Iannelli, presidente e fondatore della squadra di wheelchair rugby ASD Romanes, hanno voluto condividere con i volontari e le tante persone presenti le loro storie di ordinaria straordinarietà.
Quella di Anna Rita, innanzitutto, che ha deciso di non farsi mettere all’angolo dalla sua ipoacusia, e ha voluto imparare a parlare anche per poter dire che “inciampare non è un buon motivo per fermarsi”, o per rinunciare alla vita che si desidera. Quella di Alessandro, per il quale la disabilità di una persona cara, che è inevitabilmente la disabilità indiretta di tutta la famiglia, non può e non deve essere vissuta nella solitudine.

Facendo rete con chi vive la stessa esperienza, non sentirsi diversi ma soltanto persone, è possibile. E poi la storia di Rufo, per il quale il rugby, con la sua ricerca a ogni costo del contatto fisico e dell’unità di visione di tutta la squadra è un modo non scontato ma efficace di oltrepassare i confini imposti dalla disabilità.
E infine, attraverso le parole di Giuseppe, il punto di vista a 360 gradi del CIP, per fare luce su un pezzo molto bello della storia dello sport paralimpico, cominciata nel lontano 1960 in occasione delle Olimpiadi di Roma quando, per la prima volta, anche gli atleti con disabilità fecero capolino nella competizione internazionale più prestigiosa.

Quattro racconti sulla disabilità, quelli di “isole coraggiose”, che hanno rischiarato un pomeriggio di pioggia e che hanno reso ancora più piena di significato la breve cerimonia di consegna delle benemerenze di anzianità e del “tempo della gentilezza” a molti colleghi del Comitato, designati per gli anni di servizio attivo nell’Associazione e per l’impegno profuso durante la pandemia.